domenica 10 settembre 2017

I neonati non si lasciano piangere. Mai.

I neonati non si lasciano piangere. Punto. Certo, a volte piangono anche se sono in braccio, ma quello non è lasciarli piangere. La mamma o il papà ci sono, e lui lo sa. Non è solo.
E a volte passerà qualche momento tra l'inizio del pianto e la nostra risposta, perché eravamo in bagno, perché stavamo scolando la pasta. Ma non è di questo che stiamo parlando, perché anche qui il genitore appena può interviene e intanto può far sentire che c'è, dicendo a voce alta che sta arrivando.
Il pianto a cui mi riferisco è quello stabilito a priori, programmato magari dietro consiglio di qualche esperto, per insegnare ai bambini "a dormire" o a essere "indipendenti" o "a stare giù". Ecco, quel pianto lì, non funziona. Lasciare i bambini da soli, negargli il nostro aiuto e la nostra presenza, quando ne hanno più bisogno, non va.
Non è vero che piangere fa bene. Altrimenti staremmo ancora ringraziando di cuore tutti quelli che nella vita ci hanno fatto piangere.
Non si insegna a dormire a un bimbo piccino lasciandolo da solo a piangere. I bambini sanno già dormire, solo che hanno ritmi sonno-veglia diversi da quelli degli adulti, e quello che si va a insegnare con certi metodi è di non chiamare il genitore, anche se l'istinto del piccolo è proprio quello di chiedere il suo aiuto (con il pianto, che altri modi un neonato non ne ha).
Non si insegna l'indipendenza ignorando il bisogno del bambino. Così semmai si insegna la rassegnazione e che quando hai bisogno nessuno ti aiuta.
E non c'è bisogno di insegnare al bambino "a stare giù", perché in pochi mesi imparerà a stare su, ovvero a stare seduto, gattonare, alzarsi, camminare... E il bisogno di stare in braccio cederà gradualmente spazio al bisogno di scoprire il mondo.
Insomma, non si lasciano piangere i bambini. Non apposta. Non per partito preso. Così come non si lasciano piangere i nonni anziani, il marito che ha bisogno di noi, le persone a cui vogliamo bene. Così come non vorremmo che venisse ignorato il nostro di pianto.
I genitori sono lì per quello, per accogliere i bisogni del loro piccino, per aiutarli a scacciare la paura, per dimostrargli che il mondo è ancora un bel posto, un posto dove le persone che si amano si aiutano a vicenda.